il Veneto e i veneti raccontati da Luigi Meneghello
con Filippo Tognazzo
musiche originali di Luca Francioso e Ivan Tibolla
una produzione Zelda Teatro
Ci sono due strati nella personalità di un uomo; sopra, le ferite superficiali, in italiano, in francese, in latino; sotto, le ferite antiche che rimarginandosi hanno fatto queste croste delle parole in dialetto. Quando se ne tocca una si sente sprigionarsi una reazione a catena, che è difficile spiegare a chi non ha il dialetto.
Ma questo nòcciolo di materia primordiale (sia nei nomi che in ogni altra parola) contiene forze incontrollabili proprio perché esiste in una sfera pre-logica dove le associazioni sono libere e fondamentalmente folli. Il dialetto è dunque per certi versi realtà e per altri versi follia.
Una terra in evoluzione, un mondo che muta: il Veneto del secondo dopoguerra, il lavoro, la lingua, la religione negli occhi e nelle parole di uno dei più innovativi scrittori del Novecento. Dallo straordinario esordio con Libera nos a malo, alla resistenza dei semplici ne I piccoli maestri, Luigi Meneghello si muove in equilibrio fra passato e modernità, fra sguardo nostalgico e ironia.
Un reading suggestivo e poetico in grado di far sorridere e commuovere.
I brani letterari sono tratti da: I piccoli maestri, Libera nos a malo, La materia di reading.
Leggere Meneghello oggi significa riappropriarsi di un pezzo della nostra storia, ma anche riflettere sulla nostra lingua.
Sento spesso parlare di dialetto, ma purtroppo spesso se ne ha un’accezione “folkloristica”, a tratti triviale.
Esiste un dialetto veneto poetico, sincero ed evocativo ed è quello di Meneghello, Pascutto, Calzavara, Franzin e di molti altri grandi scrittori contemporanei.
Il dialetto nelle loro pagine trattiene qualcosa di primordiale, dirompente e vitale: come diceva Meneghello “è per certi versi realtà e per altri versi follia”.
Filippo Tognazzo
lettura d’attore e musica dal vivo, ragazzi e adulti
spettacolo tutelato OLAF, musiche tutelate